Primo Avvio: Dragon Age: Inquisition

Primo Avvio è una rubrica che, come dice il nome stesso, racconta le impressioni a caldo su un videogioco provato per la prima volta. Così, senza pensarci due volte e col senno di poi che anche a distanza di pochi secondi potrebbero rivelarsi sbagliate. Ma non importa, dopotutto stiamo parlando solo di solo di Videogiochi no?

E quindi parliamo un po’ di Dragon Age: Inquisition

Inquisition rappresenta una tappa evolutiva importante nella serie fantasy di Bioware, al pari dell’impatto che segnò anni fa il passaggio tra il primo e il secondo capitolo di Mass Effect. È palese come gli sviluppatori canadesi mirino a un’esemplificazione delle meccaniche ruolistiche in favore di un’utenza più casual allargando così il bacino di potenziali acquirenti nella speranza di raggiungere lo stesso numero di proseliti del Comandante Shepard.
La fase di creazione dell’eroe riparte dalle sue origini… limitate (ma non tanto quanto Dragon Age II). Ciascuna delle quattro razze sono è legata a uno specifico background e fornisce un bonus minimo in termini di statistiche del personaggio. Le classi sono sempre le stesse ma il guerriero e il ladro sono suddivisi a seconda dell’arma di partenza (arma a uno o due mani per il primo, pugnali o arco e frecce per il secondo).

Dragon Age: Il dettagliatissimo editor di personaggi permette di creare eroi esteticamente notevoli, peccato per gli orridi capelli di plastica!
Il dettagliatissimo editor di personaggi di Dragon age permette di creare eroi esteticamente notevoli, peccato per gli orridi capelli di plastica!

Dopo aver terminato innumerevoli volte il prologo – perché non ero mai soddisfatto dell’aspetto estetico del mio prode guerriero, soprattutto dei suoi capelli plasticosi – mi sono ritrovato risucchiato in tunnel di perdizione dal quale fatico tuttora ad uscire. Dall’attuale hub centrale del villaggio di Haven è possibile avviare delle “operazioni” (un po’ come si era soliti fare nella mappa galattica della sala tattica della Normandy) e raggiungere aree di dimensioni, popolazione e quantità di missioni che eguagliano Skyrim. Pensate che sto ancora setacciando palmo a palmo la prima di queste macro-aree (le Terre Centrali) cercando di completare quante più quest possibili! La maggior parte di esse in realtà sembrano sconnesse alla trama principale – che riparta dalla fine delle vicende del precedente capitolo – e risultano a tratti simili a quelle di un MMORPG (raccolta oggetti, uccisione di mostri, trovare un altro png situato chissà dove) ma in qualche modo contribuiscono all’arricchimento del codex, dell’equipaggiamento e dell’esperienza dei personaggi.

Dragon Age
Accedendo alla stanza del consiglio di guerra all’interno della nostra base possiamo avviare una serie di operazioni principali o secondarie insieme ai nostri fidi consiglieri.

Il combattimento è più orientato all’azione sebbene sia possibile in qualsiasi momento effettuare la pausa tattica. Emerge quindi la volontà di non spezzare troppo il ritmo anche perché in quasi tutti i livelli di difficoltà (ad eccezione di Incubo) non bisogna preoccuparsi troppo del comportamento dell’IA dei compagni del party che sembrano svolgere correttamente il loro ruolo (primo tra tutti Cassandra che mi ha sorpreso per le sue doti di tank). Le uniche situazioni che richiedono strategie ragionate di gruppo “in stop-motion” avvengono in presenza di boss o nemici inusuali. Forse la differenza che più salta all’occhio è la mancanza di talenti (non ci sono più le abilità di Origins) magici focalizzati sulla cura: l’unico modo per ripristinare la salute del nostro parti è ricorrere alle pozioni. L’enfasi degli scontri è infatti incentrata sull’accumulare guardia e barriera ossia delle barre di energia aggiuntive a disposizione di maghi e guerrieri che vengono consumate prima degli HP.

Dragon age bug
Nonostante la potenza del Frostbite Engine 3, Dragon age è pieno di bug, anche di più rispetto ai capitoli precedenti. Qui assistiamo all’inevitabile personaggio-comparsa che esegue la sua routine di passeggiare fluttuando in aria…

Ci sarebbero tante altre cose che mi piacerebbe raccontarvi ma poiché ho accumulato appena 26 ore (!!!) senza esser andato troppo avanti nella storia e, considerato che l’articolo in questione è pur sempre un Primo Avvio, rimando la trattazione del gioco ai prossimi articoli o rubriche dei podcast di IPN (soprattutto sull’Occhio del Beholder, spam!).

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