2×01: L’ultimo

The last of us

The last of us: l’ultimo di noi, l’ultimo con noi, l’ultimo di questa durata!

Cominciamo bene, si abbiamo deciso di aprire la seconda stagione tagliando i rami secchi e facendo disabbonare tutti quegli ascoltatori che erano lì, in bilico, tra continuo e non continuo ad ascoltare. E lo facciamo alla grande con un episodio ciclopico, talmente lungo che quasi ci è venuto in mente di cominciare la terza stagione col prossimo; un episodio dedicato ad un’opera videoludica recentissima ed emozionantissima, un gioco che arriva a fine ciclo della PS3, quasi a cavallo con l’uscita con la sua erede: stiamo parlando di “The last of us” l’ultima fatica della Naughty Dog che spreme a fondo sia la macchina sulla quale gira sia anche le nostre emozioni. Ma sarà davvero così? “The last of us” è davvero un capolavoro assoluto? Ascoltate la puntata e, se sopravvivete, traetene le conclusioni che volete.

In questo episodio, “The last of us” è stato usato come allegoria dell’abbandono definitivo (?) di Simone Pizzi della conduzione di DVL (un’alta volta?!), ma non temete “pizziani” poiché lui rimarrà dietro le quinte a sfiorare i fili delle sue marionette podcastare, sarà l’uomo dietro la tenda che sbircia, spia e non “je staranno bene delle cose!” (TM). Il Distruggitore, ovviamente, non ha perso la sua abitudine di  rovinare ogni “bel momento” della trasmissione, quelle che, per inteso, potrebbero far diventare Dietrologia Videoludica un programma di qualità, mentre Stefano “Big Gio”  si fa invitare a sbafo in puntata anche senza aver giocato “The last of us”, solo per il gusto di far vedere che fa bene i podcast e sventolare davanti ai nasi degli altri i fantastilioni che sta guadagnando come steamboy del caffè. Saso e Marrone ci provano davvero ad alzare il livello della puntata ma sono in minoranza, costretti all’angolo anche da un Simone “Cognome” troppo poco Mainstream.

Potremmo fare gli stronzi e non dirvi che la puntata è piena di ovvi spoiler, ma siamo appena all’inizio di stagione, dateci tempo.

Buon ascolto!!!

  • Possiamo dire che TLOU racchiude la summa di tutte le esperienze videoludiche e che allo stato attuale è il miglior gioco di questa generazione?

  • Il gioco nel suo insieme, rappresenta una maturazione complessiva importante? (grafica, libertà di gameplay, realismo generale, narrativa, personaggi)

  • Regia, recitazione e doppiaggio, impressioni e impatto

  • Dialoghi credibili, asciutti e da blockbuster

  • Joel, la vera evoluzione di un personaggi a livello di grande narrativa con l’aggiunta di micro-scelte di massima che permettono di cambiare emotivamente l’esperienza. Il finale più coerente, un sorriso amaro e tanta introspezione. I diversi finali alternativi trapelati in rete, secondo gli sviluppatori.

  • Multiplayer: ha senso oppure è “buttato” lì per caso, secondo il trend degli ultimi anni?

  • La violenza di The Last of Us: brutta, sporca e cattiva. Da essere più pesante rispetto a molti titoli eppure, a differenza di celebrità del calibro di GTA, Manhunt,  non ha dato adito a critiche o polveroni sollevati dai media del belpaese.

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