1×04: L’eredità dell’Era del Drago

I draghi e l’eredità videoludica che ci hanno lasciato.

Alla fine una nuova avventura sta per partire per Dietrologia Videoludica, poiché questa volta di avventura, di miti e di eroi si parla. Eroi da interpretare e leggende vagamente buggate ma oramai tutto sommato che ce frega!?!

Un Simone “IlPizzi” Pizzi che finalmente decide di lasciare le redini di Dietrologia Videoludica che teneva gelosamente sotto le ascelle lasciando un po’ di corda anche al sardobiancocrociato Stefano “Big Gio” Biggio che va alla grande, un Luigi “DocBrown” Marrone che viene rapito dagli alieni durante il programma e un Marco “il Distruggitore” Gualdi che questa volta riesce a non essere d’accordo nemmeno con se stesso. Menomale che a salvare la baracca ci sta il buon Giuseppe “l’OpinionistaVideoludico” Saso che alla fine, con la sua competenza, ci mette una grossa pezza. Beh, i presupposti ci sono no? Buon ascolto amici di Dietrologia Videoludica!

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In questa puntata:

Nel novembre del 2009 Bioware faceva uscire un gioco annunciato al mondo già nel lontano 2004 e il cui sviluppo ha subito scatenato milioni di fan per il fascino, lo spirito retrò e ruolistico che prometteva. Un gioco dal forte impatto classico, in termini di tipologia, un gioco alla Baldur’s Gate nelle sue ambientazioni di tipo classico e tradizionale, che rievocavano atmosfere alla Dungeons and Dragons. Dragon Age Origins infatti è arrivato sui nostri schermi come un fantasy dal sapore dark e con un alone molto sanguinolento e crudo. Ma sono emerse luci e ombre dietro a questo potenziale capolavoro narrativo, soprattutto grandi dubbi, delusioni uniti alla frustrazione che è scaturita dalla rapida presentazione di DLC per lo più inutili tra i quali si nascondevano due espansioni decenti. Per non parlare poi del seguito uscito 11 marzo 2011 che ha lasciato tutti a bocca aperta per diverse ragioni che andremo a svelare. Dietrologia Videoludica torna in casa BioWare ancora una volta per analizzare e svelare dubbi, perplessità e profonda criticità oltre che i fatti e misfatti di questa produzione che è rimasta nel mezzo tra mito ed estrema delusione.

Buon ascolto.

3 Responses to "1×04: L’eredità dell’Era del Drago"

Morgan ha detto:

21 Ottobre 2012 alle 21:37

Io gioco a giochi vecchi.
I tempi d’oro delle cassettine del commodore 64 scambiate durante l’intervallo, le pareti stipate di floppy bulk dell’amiga 500 espansa o delle campane di dischi d’argento tinte a pennarello, della psx, per quanto mi riguarda, sono finiti.
Io gioco a giochi vecchi; il lusso della prima copia al day one o la meschinita’ della pirateria, oramai non mi toccano piu; da questa generazione di console, gioco a giochi vecchi; quelli che trovo usati su ebay, le offerte che mamma microsoft sta iniziando a fare sul market, o al massimo una palata di indie games che, pur non essendo vecchi, costano meno di una sigaretta 100s.
(Per dire: attualmente sto giocando al quarto DLC di fallout 3)
In quest’ottica, ben venga la puntata di Dietrologia (progetto che, tra l’altro adoro) che riguarda Dragon Age; titolo che nella sua incarnazione “Origins” ho iniziato a giocare una manciata di mesi fa e dopo una quarantina di ore ho abbandonato.
Questa puntata mi ha dato lo sprone a reinserirlo nella console superando una personale ritrosia a:
– una mappa che, per come ci hanno fatto accomodare gli esperti di marketing delle nuove generazioni, e’ troppo ostica. Non dico di veicolarci al freccione azzurro magnetico come fa Dead Space, ma almeno indicare il luogo destinazione della missione prescelta sarebbe stato d’aiuto! (e questo, detto da chi si faceva le mappette su carta a quadretti ai tempi di Y’s su megadrive e’ segno della senilita’ del sottoscritto);
– la completa assenza di una pausa tattica e di un posizionamento del party (naturalmente parlo della odiosa versione console che e’ l’unica declinazione videoludica che adotto, lavorando tutto il giorno al computer, i miei trip da “Il Tagliaerbe” preferisco godermeli dal divano) ;
– il font scelto per il codex, che e’ troppo piccolo per apprezzare tutta la ricchezza che vi e’ stata profusa; e questo e’davvero un peccato mortale, in quanto la forza di quel gioco e’ data dalla mistura tra il racconto e l’approfondimento dato dal codex con la parte giocata e narrata dalla trama; e l’uno non prescinde dall’altro; ma la cui realizzazione pratica premia solo il mio oculista.
Dicevo, l’ho ripreso da dove lo avevo lasciato tempo fa e devo solo ringraziarvi. Davvero un ottimo titolo pieno di sfaccettature e narrato magnificamente.
Inutile dire che non giochero’ mai al seguito ne’ tantomento al terzo in quanto sono abbastanza navigato per aver capito che le trilogie dei giochi Bioware vanno giocate solo al primo capitolo (tutt’al piu’ i dlc del primo capitolo); i restanti seguiti servono per finanziare degnamente il prossimo primo capitolo della IP successiva; ma vista la ricchezza di offerte videoludiche che ci piovono addosso, non ho paura di restare con le mani in mano nell’attesa, magari decennale, tra una degna opera Bioware e l’altra.
La puntata e’ stata interessante, fino ad un certo punto, in quanto, pur essendoci, oggettivamente, due conduttori, alla fine si e’ comunque perso il filo degli argomenti in ogetto.
Le domande erano molto stimolanti, segno di una attenta preproduzione.
Peccato per l’assenza di Luigi Marrone in questo episodio. Speriamo che torni nella prossima puntata. 🙂
Andate avanti cosi’. W Dietrologia Videoludica.
-Morgan

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Il distruggitore ha detto:

22 Ottobre 2012 alle 19:22

Ti ringraziamo per i commenti sempre più entusiastici, innanzi tutto. Il tema, che poteva sembrare “semplice”, in realtà ha finito per portarci a divagare su diverse cose e forse non ci ha permesso di toccare proprio tutti i punti che volevamo. Succede così, parti da “a” per arrivare a “zeta” e poi ti ritrovi a ripetere le tabelline; quando partono gli spunti è difficile non spenderci due parole, ma in futuro speriamo di migliorare. Doc Brown,comunque, c’era è che è stato vittima di un improvviso rapimento alieno; siamo molto speranzosi che non abbiano fatto troppi danni al nostro vate preferito. Riguardo DA II guardatelo pure su youtube o leggiti un riassunto della trama in rete, tanto per non perderti punti importanti della storia… in ogni caso c’è molto tempo a disposizione prima dell’uscita del terzo capitolo. In generale la “casualizzazione” dei videogiochi ha messo noi giocatori vecchio stampo un po’ da parte, oramai dobbiamo farcene una ragione ma dopotutto riusciremmo a rigiocare certi titoli con la pazienza e il tempo che avevamo una volta? La vedo molto difficile, considerando che, vuoi o non vuoi, ci siamo impigriti parecchio seguendo la corrente attuale. Alla prossima.

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Gimli94 ha detto:

4 Gennaio 2013 alle 21:27

Ho iniziato a sentire il vostro podcast un paio di giorni fa e mi sono ascoltato le prime puntate, compresa questa su Dragon Age, con grandissimo piacere. Trovo interessante sia la struttura del podcast, in quanto consente di trattare e sviluppare un tema in tutti i suoi aspetti con il dovuto approfondimento, sia le divagazioni in cui vi perdete mentre discutete.
Io credo di essere un videogiocatore hardcore anche se ho solo 18 anni, gioco più o meno a tutto su varie piattaforme, e non ho avuto possibilità di giocare i giochi di ruolo duri e puri vecchia scuola di cui tanto ho sentito parlare come KOTOR. D’altra parte, io ho giocato per anni a Dungeons and Dragons con diversi amici (quindi conosco il gioco da cui i videogiochi di ruolo hanno fondamentalmente avuto origine) e penso che i videogiochi attuali siano diventati un ottimo compromesso tra l’accessibilità necessaria per vendere alla masse e un grado di complessità di buon spessore, atto ad attirare i giocatori più navigati. Questo però riguarda il mercato in generale: nello specifico vediamo situazioni come quella di Mass Effect, in cui si passa da un primo capitolo in cui la parte da gdr era preponderante, ad un secondo e ad un terzo in cui si tenta di imitare gears of war.
Per confermare la mia argomentazione, se da una parte ci sono giochi che sono di ruolo solo per modo di dire, dall’altra esistono serie di gdr più “old school” come risen, the elder scrolls e the witcher che tengono alta la bandiera dei gdr alla D&D.

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I draghi e l’eredità videoludica che ci hanno lasciato.

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