Primo Avvio: Assassin’s Creed Unity
Ormai non è davvero un Novembre che si rispetti senza che sugli scaffali facciano capolino le canoniche uscite videoludiche come gli sparatutto Call Of Duty e Battlefield, i calcistici Fifa e Pes, e ovviamente Assassin’s Creed. Proprio di quest’ultimo titolo, Ubisoft quest’anno ci promette il più bel capitolo di sempre. Che facciamo, ci fidiamo? Boh…
Unity: Assassini open world e microtansazioni next gen
Mesdames et Messieurs, bienvenue à Paris.
Eh si, perché dopo essere stati in Siria, in Italia, in Cappadocia, in America e nei Caraibi, questo capitolo di Assassin’s Creed ci porta in una Parigi di fine 1700 sull’orlo della rivoluzione francese e ci fa vestire gli sfarzosi panni di un signorotto di Versailles, Arno Dorian, che assiste all’uccisione di suo padre quando è ancora un bambino. Cresciuto come figlio adottivo dalla ricca famiglia De La Sèrre, diviene un adulto sbruffone, un agile scalatore di tetti (manco a dirlo) e un abile spadaccino. Praticamente diventa un Ezio Auditore francese.
Comunque Ezio, ehm… Arno, finisce in carcere per un crimine che non ha commesso e lì incontra un prigioniero mezzo pazzo che gli dice di essere il Lele Mora degli Assassini e da bravo talent scout comincia ad addestrare Arno a dovere utilizzando spade di legno. Certo, è normalissimo trovare spade di legno in carcere, cos’è, non avete mai visto la serie Gomorra? Ad ogni modo i due evadono dalla Bastiglia e Arno viene iniziato al Credo degli Assassini.
Da questo momento in poi cominciano i titoli di testa, dopo tre ore di gioco circa, bella lì. Da qui in poi Arno potrà farsi giustizia per i torti subiti e non vestirà più solo un’anonima giubba bianca sdrucita, bensì potrà avvalersi di un guardaroba e di un’incredibile gamma di abilità, armi e accessori (leggasi “perks”) che potremo personalizzare a piacimento usufruendo di tutta la meravigliosa magia delle microtransazioni messa in piedi per l’occasione da Ubisoft.
Ironia a parte, il gioco prende visibilmente le distante dai capitoli passati sfoggiando un comparto grafico nuovo di pacca degno di un filmato in computer grafica. Il bello di Assassin’s Creed Unity sta proprio nella sua Parigi gigantesca, riprodotta alla perfezione e stracolma di missioni e oggetti da raccogliere. Se il gameplay non si discosta da quanto abbiamo già fatto in precedenza sugli altri Assassin’s Creed, bisogna dire che il personaggio principale assume un fisicità tutta nuova durante le sue evoluzioni fra i tetti e gli scontri cappa e spada diventano finalmente più ostici dato che adesso i nemici non prendono più il numeretto eliminacode per attaccare, ma lo fanno come e quando gli pare e sono fastidiosissimi con quelle cavolo di pistole! Per questo serve una buona dose di tempismo nel parare e schivare gli attacchi, il che si traduce in morte assicurata, per lo meno durante le prime battaglie. La cosa stupefacente della Parigi di Unity, oltre la fattura tecnica delle architetture, sono la qualità degli interni: case, botteghe e monumenti adesso liberamente esplorabili e non più dei semplici corridoi scriptati da attraversare come faceva Connor nel terzo capitolo. Parlando di novità, impossibile non menzionare le missioni co-op in cui potremo condividere l’esperienza di gioco assieme ai nostri amici online e tutto uno stuolo di sotto giochi, companion app, missioni e servizi creati da Ubisoft apposta per il lancio di Unity. L’infrastruttura delle attività secondarie legate al gioco è davvero impressionante, bisogna ammetterlo. Mi chiedo solo se ci sia realmente bisogno di questa sovrabbondanza di roba per divertirsi.
Ma veniamo al dunque: già so che alcuni di voi si staranno chiedendo “Ma come si fa a spendere 70 euro per un titolo così pieno di bug?!”
Posso semplicemente rispondervi con tanto di spallucce che io di bug non ne ho semplicemente trovati. Dopo aver assistito al clamoroso shitstorm di video, immagini e tweet di utenti indiavolati con Ubisoft che vomitavano in rete tutte le gravi défaillances del motore grafico devo ammettere che mi sono preoccupato anch’io, ma alla fine per fortuna non ho riscontrato compenetrazioni selvagge, non sono mai precipitato sotto il pavimento e non ho visto terrificanti personaggi senza le facce. L’unica seria critica che posso muovere al titolo (che sto giocando in versione PS4) è la mancata ottimizzazione del comparto grafico e soprattutto del framerate, assolutamente instabile che mostra dei cali evidenti durante le scene più gremite di persone e arriva addirittura a scattare pesantemente -cosa, a mio dire, inaccettabile- se ci si arrampica su delle architetture particolarmente complesse. Provate a salire sui rosoni all’interno di Notre Dame e potrete constatare di persona.
E questo era il mio Primo Avvio di Assassin’s Creed Unity. Per adesso considerando pregi e difetti del gioco, direi che il prezzo del biglietto vale la pena e mi sento di consigliarlo essendo il primo vero esperimento next gen made in Ubisoft. E’ divertente ma soprattutto è una gioia per gli occhi. Poi se non vi piacciono gli assassini, c’è sempre Watch Dogs che… ok, come non detto.