Primo avvio – Dead Rising 3
Primo avvio – videogiochi tra hype e realtà
In questo periodo dove tutti si aprono una rubrica ho deciso di farne una anch’io, totalmente inutile, pretestuosa e con un contenuto medio insufficientemente interessante chiamandola “primo avvio”, con il primo articolo dedicato a Dead Rising 3, la novella opera della nipponica Capcom; con questa scusa vi comunicherò le mie aspettative durante l’istallazione del videogioco di turno, le prime impressioni e quelle due o tre features spicce tanto per riempire futilmente qualche riga e tediarvi il minimo possibile.
Dead Rising 3
Perché ho deciso di giocarci? Ho finito il due, un po’ mi era piaciuto ma non abbastanza da sbavare davanti allo schermo all’annuncio che Dead Rising 3 sarebbe uscito anche per PC; insomma ho pensato magari ci faccio un giro… ma anche no… perché dovrei reiterare un’esperienza non particolarmente interessante? Poi ho letto qualche articolo, visto qualche video… e ho scoperto che forse poteva davvero piacermi. Insomma, ci sono frotte di Zombas (TM), ma tanti! E gli schiacciasassi guidabili! Capite? Zombas (TM) + Schiacciasassi! Come perdersi un’esperienza simile? Guidare un rullo compressore e ficcare sotto decine e decine di zombas (TM) famelici magari vestiti come un pagliaccio. Cosa dite? Non riuscite a cogliere l’essenza di un’esperienza così pregna di significati reconditi e appaganti sensazioni? Forse con questo piccolo video capirete di cosa sto parlando. Clicca qui!
Il filmato di avvio è un po’ sottotono, un classico e didascalico riassunto di ciò che è accaduto nella città di Los Perdidos, sfondo urbano dell’avventura, tuttavia sin da pochi minuti dall’avvio posso godere di frotte di zombas (TM) da abbattere a colpi di armi più o meno fantasiose. Il blood and gore è assicurato anche se la vena umoristica rovina l’atmosfera horror e il pathos che solo lo zomba (TM) riesce a trasmettere, ma sono i miei gusti, non posso andare dal sig. Capcom e sbottargli contro la mia giapporepulsione. Poi arriva il momento di provare i mezzi di trasporto tra le strade affollate di inumane genti facendosi largo a suon di parafanghi sulle tibie marcescenti. Immagino che il gioco sarà abbastanza lungo, per cui mi appresterò a lunghe sessioni di guida e di combattimenti “corpo a morto”. E se tutto questo non vi solletica i tendini dei polsi, se non riuscite a cogliere la poesia della carne putrescente rivivificata spiattellata al suolo da qualche quintale di metallo allora siete persone aride e tristi.