Riscopriamo il videogioco: The Witcher 2
Questo articolo fa parte di “Riscopriamo il videogioco”, rubrica nascente a cadenza regolare che vuole consigliarvi titoli non recentissimi da provare assolutamente e da recuperare grazie agli sconti, con un occhio attento all’aspetto degli obbiettivi/trofei, con uno stile diretto e chiaro nel solco del podcast di Dietrologia Videoludica.
The Witcher 2 è un gioco di ruolo sviluppato da CD Project Red e pubblicato nel 2011 su PC e nel 2012 su Xbox 360. Il gameplay si basa su un’interessante commistione tra action e gdr, che tende a mediare tra le due parti in modo equilibrato. Degna di nota è la caratterizzazione del protagonista, non modificabile esteticamente, Geralt di Rivia, che è uno witcher, ossia appartiene a un gruppo di monaci-guerrieri abili nel combattimento e in grado di usare delle pozioni per esaltare le proprie capacità. Non a caso il gioco ha un’ampia componente di azione in tempo reale, di crafting (per creare pozioni ma non solo) e di gestione dell’inventario. Arriva però subito la prima nota dolente: durante gli scontri si possono utilizzare fondamentalmente le due lame che Geralt trasporta con sé, una adatta ad affrontare gli umanoidi mentre l’altra concepita per i mostri, oltre a varie armi da lancio (archi e balestre escluse). Il tutto si riduce dunque ad un infinito schiva e attacca che ai livelli di difficoltà maggiori può diventare frustrante, specie contro i boss, dato che gli avversari infliggono tantissimi danni mentre il giocatore è in grado di farne molti meno ai nemici. Ogni gdr che si rispetti ha poi una sezione di crescita del personaggio, che in The Witcher 2 si divide in tre rami: combattimento, segni (ossia la magia) e alchimia.
Voi direte, cosa c’è di strano? La risposta è nulla, se non fosse che la strada degli scontri fisici è decisamente la più utile e finisce per oscurare le altre. La trama è bellissima, adulta, approfondita e il mondo fantasy in cui il witcher si muove è vivo e dettagliato. Tuttavia l’intero gameplay è limitato a delle aree non troppo grandi in un mondo che non è aperto. Il risultato finale è il sentirsi oppressi e chiusi all’interno di un ambiente in cui le quest sono tante e si raccolgono nei modi più variegati ma si svolgono quasi sempre nelle vicinanze. Menzione d’onore per i dialoghi e le scelte morali, dato che non è sempre evidente se la nostra decisione sia votata al bene o al male (come nei prodotti Bioware), bensì le conseguenze diventano chiare solo nel proseguimento della trama, dando la sensazione al giocatore di poter davvero plasmare gli eventi a proprio piacimento. The Witcher 2 è dunque consigliatissimo per tutti gli amanti degli rpg occidentali nonostante i difetti citati che, complessivamente, non sono in grado di intaccare i valori produttivi, comunque alti, del prodotto. E’ interessante notare che, in modo totalmente similare al passaggio dal primo Mass Effect al secondo, la direzione seguita nello sviluppo è stata quella di concentrarsi sulla meccanica action per ampliare il target di utenza a cui rivolgersi. Per quanto concerne la questione prezzo, consiglio di acquistare il gioco in digital delivery approfittando degli sconti che lo vedono in offerta molto spesso sia sul Marketplace che su Steam. Io l’ho giocato su Xbox 360 e l’ho comprato circa un anno fa a 7,49 €. Infine chiudo analizzando rapidamente la questione degli obbiettivi 360. Consiglio, per tutti quelli che vogliono sbloccare i classici 1000 punti o il platino, di dare un occhio alle guide online stando attenti agli eventuali spoiler, che sono particolarmente fastidiosi nel caso di giochi in cui la storia è così centrale. E’ necessario rigiocarlo due volte per fare bottino pieno, dato che bisogna compiere le azioni buone e cattive. Personalmente non l’ho ancora “millato” per la noia che ho riscontrato nel giocare alcune sezioni per la seconda volta, sapendo dove la trama vuole andare a parare.