Riscopriamo il videogioco: Bastion
Bastion: dietro le mura della riscoperta
Continua la rubrica “Riscopriamo il videogioco” con un gioco indie, l’opera prima di Supergiant Games (gli autori del recente Transistor), ossia Bastion, interessante rpg con visuale isometrica dal sapore retrò. Il titolo si presenta immediatamente con una palette di colori molto varia e uno stile peculiare che ricorda un cartone animato. Anche il tipo di narrazione aumenta l’immedesimazione, dato che gli sviluppatori hanno investito in un doppiatore che raccontasse l’azione: oltre a snocciolare la trama, infatti, descrive cosa avviene a schermo commentando ciò che il giocatore compie, dando una piacevole sensazione di libertà, cosa non comune per un indie. Il protagonista si chiama Kid, ragazzo, perché è l’unico modo in cui il narratore, l’unica voce che sentiremo, si riferisce a lui. Non mi soffermo a parlare del’intreccio perché, secondo me, è secondario rispetto al modo in cui l’azione è narrata: è uno dei pochi casi in cui la storia sottostà al modo in cui essa stessa è esposta. Il giocatore può portarsi dietro due armi a scelta tra una decina, che vanno dalle spade alle bocche da fuoco e per ognuna si può scegliere un attacco speciale. Inoltre, l’arsenale è migliorabile tramite l’uso di particolari oggetti nella fucina, una delle strutture che è possibile costruire nel bastion. Esso è l’hub centrale in cui sarà possibile comprare potenziamenti attivi e passivi, raccogliere missioni secondarie e decidere in quale luogo del mondo dirigersi. La progressione è guidata, perché il mondo non è esplorabile a nostro piacimento, tuttavia è data la possibilità di scegliere l’ordine in cui compiere le missioni principali disponibili. Il gameplay si basa sull’andare da un punto A ad un punto B all’interno di mappe predeterminate e, durante il tragitto, sull’affrontare una serie di scontri in grado di mettere in difficoltà il giocatore se presi sottogamba. C’è una buona varietà dei nemici e i boss hanno un design interessante, ma non stupefacente. Uno dei difetti del gioco, paradossalmente, potrebbe sembrare un suo grande pregio. Il grande numero di armi e abilità a disposizione del giocatore è distribuito durante tutta l’avventura, tra l’altro molto longeva, fino alla fine. Si ha sempre la sensazione di non avere tempo per prendere dimestichezza con tutto il sistema che il gioco mette a disposizione. Altra piccola pecca è probabilmente l’assenza di multiplayer cooperativo, che avrebbe potuto aggiungere valore sia in termini di longevità che di qualità del gameplay. Il titolo per il resto si lascia giocare con piacere, senza incredibile vette né indicibili bassi. Non è un capolavoro, non è Diablo (dato che non ha la gestione del loot né, più in generale, le sue ambizioni), però è un ottimo modo per trascorrere un buon numero di ore piacevoli in compagnia di una favola. E’ consigliatissimo per tutti quelli che vogliono tornare bimbi ed essere gli eroi di una terra semidistrutta dalla malvagità. Come sempre, ora ci occupiamo della questione prezzo. Il gioco è uscito a 14,99 € ma, sfruttando gli sconti, si può trovare facilmente a circa 3 euro sia su Steam che su Xbox 360. Con questo costo, chiaramente, sarebbe un peccato lasciarselo sfuggire. Poi, essendo un indie, potrebbe succedere che Microsoft decida di includerlo nel programma Games with Gold. Terminiamo con gli obbiettivi, che danno massimo 200 punti, data la natura indie del prodotto. La storia va rigiocata due volte, quindi vi prenderà circa 10 ore, le armi vanno potenziate al massimo e bisogna svolgere tutte le quest secondarie, da prendere nel memoriale. Dunque nulla né di particolarmente gravoso né complicato per gli amanti dei punti della gamertag.