4×13 A difesa della corona
Suonino le fanfare per l’epico finale di stagione di Archeologia Videoludica, dove il team in grande spolvero vi racconterà di Defender of The Crown, pietra miliare prodotta da Cinemaware e vero e proprio strategico d’altri tempi.
A singolar tenzone l’ormai vitale Giuseppe Saso, in compagnia del cavarellesco Roberto “Tsam” Bertoni e il regale Simone Pizzi, con gli storici inserti del trio Marrone-Santilio-Morgan. Pronti a conquistare il regno della storia videoludica? Che la giostra abbia inizio!
Non mancate di correre con il vostro destriero al nostro fianco, scegliendo il terreno di battaglia a voi più congeniale, usando mail, facebook o il singolar piccione!
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IN QUESTO EPISODIO
La rassegna stampa
Morgan ci porta in epoca di cappa e di spada con il destriero della carta stampata.
Il cinema di fonde con i videogiochi
Ascesa e caduta di Cinemaware, una software house che fece la storia.
In alto la corona
Dedender of the Crown fu un audace tentativo di portare la dimensione cinematrografica all’interno dei videogiochi, idea che diede vita ad uno strategico visionario, ma in grado di catturare il casual gamer così come l’appassionato. Vi raccontiamo il suo gameplay, le sensazioni e le sue caratteristiche.
Tutti uguali, tutti diversi
Le differenti versioni disponibili e le principali differenze: MS-DOS, NES, Apple IIGS, Atari ST, Mac OS, ZX Spectrum, Amstrad CPC, Commodore 64, Amiga, CD-i, Microsoft Windows, Game Boy Advance. Tante macchine e un solo destino.
Ti ricordi, quella volta, sul nostro destriero…
Ci abbandoniamo alla giostra dei nostri ricordi, mentre eravamo alla conquista del regno…
La tecnica al servizio di sua maestà, il gameplay
Non di solo mouse vive il cavaliere: ecco il reame della tecnica e della grafica che, soprattutto su Amiga, affascinò generazioni di giocatori.
Il ritorno del re
Defender of The Crown non ci ha abbandonato: come l’araba fenice è tornato anche su dispositivi mobile, fra una versione Android e una mitologica versione iOS.
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