Peta, peti e balene

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PETA: ovvero come sfogare le frustrazioni dei fallimenti nella vita reale coi videogiochi.

Recentemente la PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) una associazione che tutela i diritti degli animali, ha lanciato un attacco ad Ubisoft per via di una sessione di gioco nell’ultimo capitolo di Assassin’s creed, dedicata alla caccia alle balene

La caccia alle balene, ovvero sparare a questi animali con arpioni e lasciarli poi a morire, oppure depredarli mentre sono ancora vivi potrebbe sembrare un’eredità dei libri di storia, ma questa sanguinosa industria va avanti ancora oggi a dispetto delle condanne internazionali, ed è infamante che qualunque gioco la glorifichi. Il PETA incoraggia le compagnie di videogiochi a creare prodotti che celebrino gli animali – non che promuovano il far loro del male o l’ucciderli.

Peta Black Flag
Peta accorrerà in aiuto delle balene in Black Flag con un DLC che inserirà i gommoni degli attivisti.

Ora, magari mi sbaglio, ma puntare il dito contro una sessione di caccia ad una balena, in un gioco che ha come dinamica principale, quella di trucidare centinaia di persone a mezzo di frecce, pistole, accette, e lame di qualsiasi tipo, dove il protagonista è un assassino  fiero di esserlo con un concetto di moralità piuttosto singolare… ecco a me pare un tantino paradossale.

Il  che mi fa pensare al concetto di moralità di una associazione come la PETA che mette al disopra di ogni cosa la vita di una balena “virtuale”, “fittizia” piuttosto che quella di centinaia di persone altrettanto virtuali e fittizie, come se l’antispecismo dichiarato da queste associazioni animaliste non fosse altro che uno specismo al contrario?

La risposta di Ubisoft non si è fatta attendere

Assassin’s Creed è un franchise che fa riferimento alla storia. Assassin’s Creed IV: Black Flag, nello specifico, è un’opera di fantasia basata però sugli eventi realmente accaduti durante l’epoca d’oro dei pirati. Non siamo a favore della caccia alle balene, esattamente come non siamo a favore dello stile di vita piratesco, che prevede scarsa igiene, saccheggi, dirottamento di navi e assunzione di alcol oltre il consentito”, ha dichiarato Stone Chin a Polygon. “Solo perché qualcosa viene rappresentato in un media ciò non significa che venga in alcun modo ‘glorificato’

Mi sono preso la libertà di evidenziare l’ultima frase perché Ubisoft punta dritto al nocciolo del problema; quello che non capiscono gli animalisti, come anche chi critica la violenza nei videogiochi e in generale i moralisti, è che nel momento in cui io accendo il pc o la mia console per giocare ad un gioco qualsiasi, che contempla una storia estranea alla mia realtà, io smetto di essere il solito Nino, e mi immedesimo, in un assassino, in un soldato, in uno spartano con il complesso di inferiorità, in un idraulico ciccione (fanculo quello non è tanto diverso dalla mia realtà) e indipendentemente dal ruolo io vesto i panni di un personaggio, ho una maschera, un avatar, quello non sono io. Quando torno a casa non mi metto a gridare ZEUS TUO FIGLIO È TORNATO E TI FACCIO UN TAPPO DI CULO COSÌ (anche se mi piacerebbe); una volta arrivato al punto di salvataggio io come qualunque giocatore, torno ad essere una persona come tutte le altre, con una propria moralità creata da anni di interazioni sociali, una moralità forgiata da una educazione sociale spesso di riflesso, perché una persona mentalmente sana di norma conosce la differenza tra il bene e il male, perché quelle regole sociali anche se nessuno te le insegna prima o poi ci vai a sbattere la faccia… per non parlare del fatto che l’idea di moralità della PETA e dei moralisti in generale non necessariamente è quella giusta… comunque sto divagando…

P.S. immagino che sta gente non farebbe mai leggere Moby Dick ai propri figli…

toc – toc 

chi è?

siamo i moralisti!

e che volete?

frantumarti lo scroto con il nostro concetto di moralità!!

La PETA non è nuova a queste cose, sembra infatti che abbiano un certo interesse verso l’ambiente videoludico, speso e volentieri sconfinando nel ridicolo

Peta e Mario
Peta e Mario

Un altro personaggio finito all’indice degli animalari animalisti della PETA è stato super Mario; che avrà mai fatto di male? Forse tutte le tartarughe che ha ammazzato? No, a quanto pare in super mario 3D land l’idraulico assassino conquista un oggetto chiamato “tuta tanuki”; che è ‘sto tanuki? A quanto pare è un animale immaginario tipico del folklore giapponese che si rifa ad un tipo di procione proprio dell’Asia. E siccome gli attivisti PETO PETA non sono mai stanchi di fare figure da “cani” se la sono presa anche con i giochi dei pokemon, rei di veicolare messaggi che incitano allo sfruttamento e alla crudeltà degli animali.

Sempre secondo la PETA

proprio come gli animali nel mondo reale, i Pokemon sono trattai come oggetti insensibili e utilizzati per soddisfare il bisogno di intrattenimento degli umani e come soggetti negli esperimenti”    

Per controbattere gli attivisti fecero uscire una versione PETAFICATA del gioco dove il protagonista pikachu combatte per la libertà contro gli spietati allenatori… praticamente la versione pokemon di Braveheart.

Peta e Tamagotchi
Peta e Tamagotchi

Mi chiedo… possibile che il risentimento di questi animalisti deriva dal fatto che da piccoli  magari inavvertitamente hanno lasciato morire il proprio tamagotchi? In conclusione per chi non lo sapesse, diversi rumors confermerebbero l’introduzione dei cani (e forse altri animali) nel prossimo Grand Theft auto 5; un minuto di silenzio per tutti i cani che verranno, cecchinati, esplosi, presi a mazzate, segati, investiti, incendiati e in definitiva uccisi in tutti i modi che la nostra immaginazione riuscirà ad inventarsi.

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