Compulsione videoludica
Compulsione da accumulazione ossessiva. Una confessione.
Mi chiamo Marco, ho 38 anni e sono un accumulatore compulsivo. Si accumulo tutto, anche ciò che non è mio, non riesco a farne a meno! Ogni oggetto è importante e io me lo tengo da conto, e più è raro maggiore è la mia ossessione che mi spinge a tenerlo da parte. Nella mia carriera non ho potuto fare a meno di allungare le mani e mettere in tasca quello che vedevo appropriandomi anche di beni altrui; cominciai a rendermi conto del mio problema qualche anno fa, quando persi la testa per i tappi. Si i tappi di bottiglia! Cominciai a fare man bassa di tappi e più ne avevo più ne volevo, ma continuai perché, tutto sommato, non facevo male a nessuno. Ultimamente sono andato in fissa per i Septim e le pietre dell’anima. Un momento, forse è il caso di cominciare d’accapo e andare con ordine. No, non sono affetto da una rara forma di cleptomania, non vado in giro per le case altrui a trafugare oggetti, non nella vita reale, almeno. Lo stesso non si può dire nella mia controparte videoludica. La mia esistenza nell’etere è pervasa da una forte vena di pura avidità e ogni gioco che comincio in cui è presente un minimo di inventario mi trasforma in un genio del male.
Si comincia così, da giovani, accumulando munizioni per il BFG in Doom da scaricare sui Cyberdemon degli ultimi livelli, pensando che tanto puoi smettere quando vuoi, e si finisce col raccattare ogni singolo tappo di Fallout 3 con l’arcana convinzione che ognuno sia vitale. Anche nei comuni FPS manifesto un’insana insofferenza per gli sprechi e mi ritrovo ad utilizzare armi poco potenti come le pistole anche in fasi avanzate del gioco, conservandomi ordigni bellici e munizioni più potenti per le fasi finali del gioco; per dire uso di rado le bombe a mano e ancor meno i lanciarazzi perché (lo sappiamo tutto no?) poi c’è sempre il boss o il mini boss che ti rimangi le mani se non ci vai armato come un bastardo. Infatti, soprattutto ai giorni nostri dove il casual regna sovrano, non li trovi mai o nel caso vanno giù con un paio di coltellate ben assestate o un quick time event infame. Praticamente alla fine del gioco potrei mettere su un’armeria che farebbe invidia a quella virtuale ammirabile in Matrix. I GDR poi sono eroina pura. Tra set di armature uniche, ingredienti rari, armi leggendarie che accumulo ogni partita potrei mettere su un esercito ed affrontare lo scontro finale con il fetente di turno senza neanche muovere un dito se non per dare gli ordini alla mia armata. No, proprio non ce la faccio a vendere quell’armatura lì, si quella… quella che ci ho messo 15 ore per trovare tutti i pezzi e nel frattempo non mi è utile la metà di come lo era all’inizio. E l’altra? Quella che mi ingombra l’inventario da 28 ore di gioco e non so dove scaricarla? Lo so, lo so… è per un arciere e io sono un mago. Che me ne faccio? Beh… capiterà un compagno arciere prima o poi, no? Quando sono stati introdotti i forzieri per permettere di alloggiare gli oggetti in eccesso ebbi un sussulto di gioia. Finalmente potevo dare sfogo alla mia compulsione.
Il denaro in-game poi lo vivo peggio di quello vero. “Uhm… questo anello del vigore costa 7.000 pezzi d’oro… d’accordo ma se fra cinque minuti ne trovo uno nel cadavere di qualche nemico? Non posso mica buttare così il denaro!!!” Finisco per fare lunghe sessioni di gioco con attrezzatura scarsa aumentando la difficoltà del gioco (il che alla fine non è neanche male) e ritrovarmi a comprare il dannato anello per poter procedere più speditamente. Le mie partite di Fallout 3 e New Vegas erano, poi, allucinanti; quei maledetti tappi sono ovunque e guai se abbassi lo sguardo e ne vedi uno per terra o delicatamente posato sullo scaffale. Cavolo, lo devi avere! Cristo santo, hai quasi 100.000 tappi da parte che te ne fai di uno solo? Non importa, schivi il ghoul feroce e in modalità prima persona miri il prezioso oggetto per farlo tuo! Così alla fine mi ritrovo ad avere una casa con tutto il ciarpame possibile ed immaginabile, però diviso per bene, perché l’ordine è importante: gli ingredienti nel frigo, le armi in cassaforte, le armature nell’armadio, gli oggetti per usi vari nella cassapanca. Insomma, dopo 100 ore di gioco il file di salvataggio sarà di una cinquantina di megabyte almeno, per questo spariscono i personaggi.
La saga di “The Elder Scrolls” ovviamente non è da meno (maledetta Bethesda) e incrementa a dismisura la compulsione all’accattonaggio; poi diciamocelo… che me ne faccio di un compagno quando il mio personaggio è un semidio? Il mulo da soma naturalmente! I giochi di ruolo ci hanno insegnato che non solo rubare è giusto e doveroso, ma che qualunque creatura abbattuta si lascerà dietro qualcosa di interessante, per cui perché non arrabattarsi in ogni modo per portare a casa tutto quel ben di Dio? Frugare tutti i cassetti, rovesciare ogni forziere e borseggiare ogni passante anche per ottenere 5 Septim, non è meraviglioso? A volte mi domando: “ma sarò solo io ad essere così avido nei videogiochi? Forse lo sono anche gli altri?” Che questa mania per l’accumulo e il razionamento spinto delle risorse sia generale? Beh, dopo questa confessione mi sento meglio, quai quasi vado a fare un po’ di missioni da ladro in Skyrim, tanto posso smettere quando voglio.