Secret Files, da Tunguska fino al Cern…

Secret Files

…ovvero non tutte le trilogie escono con il buco.

Correva l’anno 2006 e una piccola casa tedesca, la  Fusionsphere Systems Animation Arts  fondata dal tedesco Jörg Beilschmidt lanciava sul mercato con l’aiuto della più grossa Deep Silver il primo capitolo della serie Secret Files: il mistero di Tunguska.
Nei panni della bella Nina Kalenkova  si inizia una ricerca globale sulle orme del padre scomparso, un importante scienziato ex sovietico che aveva preso parte ad una serie di ricerche tenute segrete dal Kgb. Il gioco è un’avventura grafica molto piacevole, con interessanti risvolti di trama e con un sottofondo di mistero investigativo che accompagna il giocatore durante tutti i viaggi della protagonista. Gli enigmi sono complessi, anche se in certi punti il giocatore rimane bloccato in giusto due schermate e può proseguire con la tecnica poco ortodossa del “combino tutto con qualsiasi cosa”. Rimane un titolo di buon livello, anche con una bella longevità, molto interessante anche se si ha sempre la sensazione di una limitata libertà e di essere per forza costretti a seguire il filo degli enigmi. Un gioco che riscuotendo il successo meritato ha dato spazio al secondo capitolo: Puritas Cordis.

Secret files sembra restare sulla cresta dell’onda.Secret Files

L’anno è il 2008 e sempre il duo fortunato Fusionsphere Systems e Deep Silver lanciano sul mercato il secondo capitolo. Sempre con Nina Kalenkova e con l’aggiunta di Max Gruber ( il fidanzato ) i due studiosi questa volta sono alle prese con un’antica pergamena e con oscure profezie legate alla fine del mondo. Il gioco non differisce granché dal primo capitolo, gli enigmi sono sempre di buon livello con alcune parti molto divertenti: come quando Max si trova nella giungla in Indonesia, con un gran numero di oggetti con cui interagire e una sensazione di maggior libertà. Il gioco è piacevole, anche se si iniziano a notare grosse lacune a livello di sceneggiatura con situazioni francamente improbabili che arrivano quasi a sfidare le leggi delle fisica, diciamo che c’è una volontà di emulazione della coppia George Stobbart e Nicole Collard della fortunata serie di Broken Sword targata Revolution Software. Sicuramente però per gli appassionati sarà un titolo impegnativo e di valore, infatti il gioco è stato premiato da buone vendite convincendo la casa tedesca a elaborare un terzo capitolo della serie: Secret Files 3 ( senza sottotitolo )

Secret Files 3Ma poi affonda…

L’anno è il 2012 e sulle orme della profezia Maya, il fortunato duo Fusionsphere Systems e Deep Silver ci riprova stavolta però con risultati diversi. Sempre nei panni di Nina Kalenkova e Max Gruber si dovrà di nuovo salvare il mondo. Il gioco presenta una serie di flashback in cui si viaggerà nel tempo dall’antico Egitto alla Firenze medioevale, per poi finire in giro per il mondo arrivando fino al Cern. Il gioco presenta delle grosse lacune a livello di sceneggiatura con l’aggiunta di mini-giochi non sempre divertenti, gli enigmi sono diventati molto più semplici e in alcune parti si ha quasi la sensazione di un tentativo d’ibridazione tra l’arcade e l’avventura grafica. Si ha la sensazione, durante il corso del gioco, che il titolo sia stato lanciato con una certa fretta e molti aspetti siano lasciati un po’ a metà.

Secret Files

Alla fine quello che rimane di questa trilogia è l’atmosfera intrigante di Tunguska e le difficoltà di Puritas Cordis, il terzo capitolo della saga genericamente chiamato “ Secret Files 3 “ cerca quasi di rovinare l’impressione positiva delle prime due avventure. Probabilmente nell’ebbrezza dei buoni risultati si è puntato su un prodotto azzardato che ha grosse lacune di sceneggiatura, ma anche di giocabilità e longevità.
Forse erano vere le parole del saggio che profetizzò Esiste solo UNA trilogia, una soltanto

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