1×05: Pegi, Sesso & Rock’n’Roll

pegi sesso & rock n roll

Sesso e violenza nei videogiochi!

Ritorna Dietrologia Videoludica e questa volta lo fa con un po’ di pepe… o meglio, di piccante… o meglio… si insomma se parla de sesso! Ma ovviamente non solo, anche di violenza, spesso gratuita e a sproposito e se non vi basta, sesso gratuito e violenza a sproposito messe insieme 🙂

Hanno partecipato a questo delirante episodio: Simone “IlPizzi” Pizzi si dimostra un crudelissimo padre conservatore e repressivo, pur sapendo bene la differenza tra un Topolino e un Blitz; Marco Il Distruggitore spiega al resto del mondo da dove proviene la sua tecnica di vomito a spruzzo monodirezionale; Stefano “BigGio” Biggio, oramai privo di ogni freno e con scarso rispetto per la sua dignità, insiste nel voler raccontare il suo amore per i nani sodomiti (e non ce ne abbiano i nani e i sodomiti o entrambi messi assieme) ad un superfantasmagorico Pierpaolo “Quakeman” Greco (di Multiplayer.it), ospite d’eccezione della puntata, il quale cercava di sfuggire a tutto questo folle delirio con una antica tecnica appresa da bambino che consiste nel conficcarsi le dita nelle tempie. E Luigi Marrone? Rapito dagli alieni? Portato via dai Man in Black? No, come viene svelato in questo episodio di Retrocast: la soluzione è più terra terra e va ricercata in una voce sarda che gli sospira all’orecchio parole d’amore.

Insomma, gli ingredienti ci sono tutti, la follia anche, il tema è interessante quindi entriamo nel vivo…

In questo episodio:

Uno dei più particolari temi di discussione in merito ai videogiochi o alle polemiche che essi scatenano è relativo alle fasce d’età più adatte per essere usufruite. Violenza spesso gratuita, sesso spesso decontestualizzato e disperati tentativi di rendere un medium nuovo come il videogioco un’opera matura. In cosa il videogioco è veramente diverso dalle altre forme di espressione tanto da dover spesso essere attaccato o difeso a priori? Cerchiamo di distinguere i differenti settori dell’intrattenimento, il modo con cui essi sono percepiti e il pubblico per i quali in realtà sono stati concepiti per capire in che modo le classificazioni possano o meno difendere alcune fasce protette. Rapporto venditori e videogiochi vietati con pubblico più giovanile e rapporto genitori e figli: quanto il problema è causato da inscienza e desiderio di vendita e quanto invece da scarsa cultura del mezzo o irresponsabilità delle famiglie? In che modo si possono proteggere le classificazioni? Sono poi queste classificazioni uguali in tutto il mondo? Hanno veramente senso? Se i videogiochi violenti spesso sono oggetto di generalizzazioni, è altresì vero che la controdifesa è altrettanto semplicistica e aprioristica?

Ma soprattutto, quando si parla di sesso in forma videoludica, non dimenticatevi mai da dove proveniamo!

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